Il 25 aprile è solitamente l’occasione per una resa dei conti tra le forze attualmente contrapposte. Solitamente una grande occasione per rivendicare il diritto di esserci da parte di chi rappresenta l’opposizione a un governo di centro-destra, quando questa è la fase.
Non a caso il grande revival della ricorrenza è avvenuto al tempo del primo governo Berlusconi quando venne sdoganato il Movimento Sociale Italiano divenendo forza di governo in opera.
Si ricorda la manifestazione di Milano dove fu fischiata anche la ministra Moratti che si presentò con l’anziano padre partigiano durante la Resistenza.
Le diallele sulla necessità di tenere in piedi una struttura ideologica, quale è l’antifascismo, oscurano quindi le motivazioni stesse per cui proprio questa data è adottata come ricorrenza. Bisogna infatti ricordare il fatto che quel 25 aprile del 1945 ci furono due importanti momenti dell’emancipazione del nostro paese in una realtà democratica. Il 24 aprile 1945 l’esercito americano superò il Po. Il giorno dopo i soldati tedeschi e della repubblica di Salò si ritirarono da Milano e da Torino. E a Genova, sempre il 25 aprile del 1945, avvenne la resa delle truppe tedesche, con atto firmato. Genova però si liberò grazie all’insurrezione iniziata due giorni prima e conclusasi il giorno dopo quando pure arrivarono i primi contingenti dell’esercito americano.
Di qui tutto il senso di una differenza tra due compresenze: la lotta delle forze partigiane ma anche e soprattutto l’arrivo dell’esercito per smantellare le presenze dell’esercito tedesco dal nostro paese e i solidali nelle cosiddette milizie fasciste.
L’insistenza è data nella battaglia ideologica che vuole sia un prodotto dei una guerra di popolo la democrazia e la libertà conquistate, non il rovescio positivo di una guerra persa.
Rappresentare appieno la ricorrenza di un appuntamento fondamentale della nostra Storia dovrebbe essere un fatto più che doveroso ma sempre ricordando le due grandi componenti che lo produssero come risultato finale.
E per questo la ricorrenza. Ricordare a tutti che libertà e democrazia sono conquiste non arrivate da una condizione ovvia e naturale.