
Sarà rimasto deluso chi si aspettava un vertice a Roma con l’occasione dei funerali a Bergoglio. Sarà soddisfatto chi era in attesa di photo opportunity. Zelensky e Trump seduti uno di fronte all’altro improvvisare una conversazione decente ben diversa da quella con la quale si erano congedati nello Studio Ovale appare una prima parzialissima soddisfazione di aspettative. In più ci sono le dichiarazioni di Trump per cui il presidente ucraino si sarebbe dimostrato assai più disponibile a una pace raggiungibile e non a una tregua incondizionato che lasciasse i confini prima dell’invasione russa.
Il gruppo di presidenti che si vede come fossero vecchi amici che si dicono “A oh! Mò nun è che se rivedemo pe’ er prossimo funerale!” (come già celebrato dalla vignetta di Osho).
In questa ultima apparente amicizia fa leva la cortese richiesta di allontanarsi temporaneamente al momento in cui Trump e Zelensky si appartano.
Si vedrà se le immagini resteranno solo ricordino di un funerale con circostanza di incontro diplomatico oppure sarà foriero di nuove situazioni di distensive oppure semplicemente di un nuovo equilibrio internazionale.
IL 7 maggio si aprirà il conclave e non ci saranno foto a documentare quindi gli aspetti di fantasia dalla circostanza storica dovranno essere prodotti solo dall’immaginazione produttiva.
Ma questa ultima dà margine assai più ampio per costruire ipotesi, mondi o modi di rappresentarli. È il contesto di segretezza, la condizione claustrale e la teatralità della condizione che accende l’immaginazione oltre alla capacità di evocazione delle immagini.