26.9 C
Rome
mercoledì, Maggio 14, 2025

La fascinazione del vuoto

Molto chic parlare del nulla equiparandolo al vuoto o viceversa

Infarto raccontato a burletta

Geniale anche nel racconto di una disavventura il creatore dei King Crimson parla della sua tragedia italiana a lieto fine

La guerra dei numeri

Lotta tra interpretazioni del reale non sostituisce il sentimento di sofferenza che se ne ricava

Tra dieci anni meno tre milioni di lavoratori

IL fatto che la società invecchi e non riesca a garantire il ricambio generazione porterà dei contraccolpi nei conti pubblici, ma più in generale tutto il mondo produttivo. Ne dà un allarme la Confederazione generale italiana degli artigiani (Cgia) pubblicando una proiezione statistica che deduce alcune conseguenze necessarie dalla ricerca sul campo messa a disposizione dall’Istat.

In poche parole seguendo l’andamento demografico tra dieci anni il nostro paese si troverà con tre milioni di lavoratori in meno per sopraggiunti limiti di età. I primi a doversene preoccupare sono quindi coloro che controllano, governano e analizzano i conti pubblici. Ma lo stesso futuro incerto si pone davanti al mercato immobiliare e a diversi settori della piccola e media impresa.

Più esattamente si prevedono 2.908.000 unità di lavoro a disposizione in meno. Quindi su basi percentuali, ci sarà una flessione del 7,8 per cento. Oggi sta a 37,3 milioni. Tra dieci anni sarà di 34,4 milioni.

Ci saranno ancor più problemi nel reperire giovani lavoratori, prevedibile quindi il progressivo rallentamento del Pil. Senza contare che aumenterà la spesa previdenziale e sanitaria. In questa proiezione di andamento a soffrirne meno sono le aree dove si lavora meno. Si pensi al Mezzogiorno che dovrebbe incontrare meno problemi rispetto al Centronord.

La riduzione degli organici nelle imprese non sarà determinato solamente dalla crescita tecnologica ma anche da una condizione fattuale. Ma è difficile che questo lato della prospettiva possa lenire la preoccupazione. Si ritiene, infatti che “dei 3 milioni di persone in meno che occuperanno la fascia anagrafica tra i 15 e i 64 anni, la metà interesserà le regioni del Sud specie la Sardegna che subirà un calo del 15,1% (-147.697 persone). Poi Basilicata (-14,8%, -49.685), Puglia (-12,7%, -312.807), Calabria (-12,1%, -139.450) e Molise (-11,9%, -21.323). Le regioni meno interessate saranno: Trentino A.A. (-3,1%, -21.256) Lombardia (-2,9%, -189.708) e, infine, l’Emilia R. (-2,8%, -79.007). A livello provinciale, invece, il maggior calo si verificherà a Nuoro (-17,9%). Poi Sud Sardegna (-17,7%), Caltanissetta (-17,6%), Enna (-17,5%), e Potenza (-17,3%). In valore assoluto la provincia che subirà la perdita più importante è Napoli (-236.677 persone). Tra le province meno interessate: Bologna con il -1,4%, Prato (-1,1%) e, Parma (-0,6%)”.

TI POTREBBE INTERESSARE

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Seguimi anche su:

0FansLike
0FollowersFollow
0SubscribersSubscribe

Latest Articles