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giovedì, Maggio 15, 2025

La fascinazione del vuoto

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Infarto raccontato a burletta

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La guerra dei numeri

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Morte e Calcio

Le fondamenta ideologiche restano architrave della improbabile spiegazione sulle ragioni di una morte violenta. Si tratta della lite sfociata in omicidio da parte di un tifoso dell’Inter ai danni di un tifoso dell’Atalanta. I due dettagli appaiono decisivi nella descrizione fornita da giornali e agenzie, tra le quali non fa eccezione l’Ansa.

La prima novità per la casistica riguarda il fatto che i due non sono dei senza dio e senza terra, ma due ragazzi perfettamente integrati e in un certo modo collocati precisamente nel solco delle rispettive esistenze. Entrambi studenti con profitto ed ex sportivi di talento. Quindi ragazzi che lo sport non lo vivevano solo come frustrazione e dagli spalti.

La spiegazione sui cosiddetti “futili motivi” offerta sembra offrire valore alla futilità dando qualche venatura ideologica, compresa la menzione speciale che ne sarà data dai tifosi dell’Atalanta allo stadio.

Il problema consiste nel capire effettivamente come nasca il tutto. Una discussione che ha degenerato. Ma perché e come? Difficile da ricostruire. Forse uno sfottò. Come se ne fanno a miliardi nei bar d’Italia e del mondo.

La provocazione finisce con un inseguimento del ragazzo accompagnato dal fratello fino a casa. Fino al richiamo degli atalantini nei confronti dell’interista impertinente. Il secondario intervento del fratello intervenuto in un secondo tempo e la coltellata per fermare uno degli atalantini che avvisava dell’arrivo in difesa dell’interista accerchiato.

Una descrizione dei fatti con indicazione circostanziata delle rispettive appartenenze sembra quasi legittimare le ragioni per cui sono state compiuto. Come a voler sottolineare una forma di ragionevolezza delle motivazioni che le hanno generate.

Un problema del calcio come manifestazione sociale consiste in quella di dare come conseguenza lo scatenamento della tensione sociale. Questo perché nello sport non si esprime effettivamente quello spirito bellicoso su cui i suoi stessi criteri sono fondati: due eserciti che si fronteggiano con cavalleria (ali), fanteria (difesa), falangisti o assaltatori (attaccanti), finalizzati alla postazione avversaria (la porta).

Quanto non avviene in campo (guerra e morte) si rischia di scatenare fuori dal campo da parte dei tifosi.

Si tratta di una vecchia teoria antropologica che si invera nel fatto che in altri sport dove la violenza è celebrata, come la boxe, il rugby e il football americano, tanta violenza non si sprigiona nel dopo partita.

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