Lo ha detto Leone XIV nel giorno dell’insediamento. “Ho il cuore colmo di gratitudine, scelto senza alcun merito” – il testuale riportato dalle agenzie. Prevost pronuncia la parola pace ed è uno scroscio di applausi. Altri se n0erano sentiti dopo i riti dell’imposizione del pallio e dopo la consegna dell’anello del pescatore al pontefice durante la messa.
Stimati circa duecentocinquanta mila, sono i fedeli per l’abbraccio al nuovo Papa. Presenti anche centocinquantasei delegazioni di nazioni e organizzazioni internazionali.
In omelia di insediamento il papa cita sant’Agostino e Leone XIII. Ma anche il libro di Geremia dall’Antico Testamento, gli evangelisti Matteo e Giovanni, gli Atti degli Apostoli e dalla Prima Lettera di Pietro, nell’omelia della messa di inizio pontificato.
Si riferisce al suo lume teologico che è Agostino d’Ippona. “Ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te” ( Confessioni 1, 1.5 ). E poi: “La Chiesa consta di tutti coloro che sono in concordia con i fratelli e che amano il prossimo” ( Discorso 359, 9 ). E poi il classico agostiniano: “in illo uno unum” (Salmo 127) – in quello unico siamo uno – Sempre da Sant’Agostino, senza però esplicitarne l’autore, il Papa ha anche citato la frase “nell’unico Cristo siamo uno”, che nella versione latina (“in Illo uno unum”) è il suo motto, prima episcopale, poi da cardinale e ora da Pontefice.
Ma un riferimento obbligato è anche al predecessore Leone e alla sua Rerum Novarum, quindi alla teologia della liberazione. Sempre il Papa accenna alla sua grande apertura: “fare cammino insieme con le Chiese cristiane sorelle”.
Ma il tema della guerra non poteva che concentrare la maggior parte delle attenzioni. Guarda alla riconciliazione del mondo e al superamento dello stato belligerante espresso dalla scena mondiale di oggi. “Questo è lo spirito missionario che deve animarci, senza chiuderci nel nostro piccolo gruppo né sentirci superiori al mondo; siamo chiamati a offrire a tutti l’amore di Dio, perché si realizzi quell’unità che non annulla le differenze, ma valorizza la storia personale di ciascuno e la cultura sociale e religiosa di ogni popolo”.