Si intitola a Ippolito ma dovrebbe essere dedicato a Fedra, un anti eroina della tragedia più controversa di Euripide. Fedra è la figlia di Minosse ed è la seconda moglie di Teseo. Da lui ha due figli. Si chiamano Demofonte e Acamante. A Fedra però succede di innamorarsi di Ippolito che diventa oggetto di amore da parte di Fedra. Ippolito è il primo figlio di Teseo avuto con la prima moglie Antiope, l’amazzone.
Sempre Fedra diventa vittima dei giochi di Afrodite che fa innamorare Fedra di Ippolito, il figlioccio. Ippolito però è un ragazzo assolutamente renitente ai piaceri erotici, è un cacciatore, tutto teso al mondo fuori di lui. Presenta anche lati di misoginia. Quindi inavvicinabile per una donna.
Fedra riceve l’influsso di Artemide che desta Ippolito proprio perché è insensibile al suo potere. Cede alla tentazione di parlare al ragazzo del suo trasporto nei suoi confronti ma deve ricevere uno sdegnato rifiuto. Si fa promettere però di non rivelare nulla a Teseo, il padre. È a quel punto che Fedra avverte la colpa della sua insana passione e decide di darsi alla morte impiccandosi. Ma, ferita nell’orgoglio, vuole vendicarsi per il rifiuto di Ippolito e scrive al padre una lettera in cui dice che invece Ippolito l’ha oltraggiata.
La rabbia di Teseo si riversa verso il figlio che è costretto ad allontanarsi da casa. Qui per Ippolito entra il campo la granitica adesione alla missione conferita nel suo destino: non rivela del precedente per cui era stata Fedra ad offrirsi a lui. Accetta quanto avviene senza necessità di affermare la verità in suo possesso. L’onore della parola data vale di più.
Tutto questo non ferma il cataclisma prossimo a determinarsi. Teseo chiede a Nettuno di vendicarsi per lui, di portare a termine il disegno criminoso che lui non ha avuto il coraggio di fare. Ippolito allora viene travolto dalle onde che si elevano dando vita a un toro avventatosi sui cavalli.
A quel punto Artemide ha una crisi di coscienza e confessa a Teseo quanto è effettivamente accaduto e quanto tutto sia accaduto per l’invidia di Afrodite nei confronti della noncuranza di Ippolito. Teseo riesce a conciliarsi con Ippolito ma non a salvargli la vita, tanto che suo figlio gli muore tra le braccia.
Ippolito dà corpo al nitore del giovane cacciatore e al suo pavido impegno nelle azioni concrete. Tanta durezza implica anche noncuranza nei confronti delle donne ed è un’incompletezza non apprezzata dagli dei. Ippolito è vittima di sé stesso. Fedra vittima di un raggiro degli dei ma segue il suo destino nel cercare di risolvere a suo modo una controversia non mossa dal suo desiderio bensì da un impulso comandato.
A procurare esiti sfavorevoli nel nostro destino siamo noi stesso per quello che siamo, ma anche per come cerchiamo di sottrarci alle condizioni in cui cadiamo da vittime.
( Euripide, Ippolito, ed. Feltrinelli 2005, pagg. 147 )