Nell’esuberanza del dire c’è un limite del lecito nel rispondere? La questione si complica se entrano in gioco i ruoli. Supponiamo una finzione ad usum delphini.
In ballo c’è un deputato dell’opposizione, la rappresentante massima del partito avverso al governo: Elly Schlein. Dall’altra “la presidente” del Consiglio: Giorgia Meloni. (Chiaramente questo quadro che si dà per ipotetico è invece veramente accaduto ieri).
Giorgia Meloni scaglia l’invettiva contro la proprietà di Fiat-Atlantis rea di aver passato la mano ai francesi. Su questo spunto se la prende col quotidiano La Repubblica perché ha criticato l’intenzione del governo di cedere parti di Poste ed Eni a mani private. Da quale pulpito arriva la critica se proprio l’editore ha decentrato uno dei più grandi vettori industriali d’Italia?
Perché quello che può fare un privato non può farlo chi governa la massima struttura pubblica di Stato? (Va dato atto alla Meloni che iniziare, pur tardivamente, a ridimensionare una famiglia di proprietari, non di imprenditori, e riportarla al giusto valore, era un fatto dovuto).
Ma qui c’è una sgrammaticatura evidente. Un conto è come si gestisce una proprietà privata tutt’altro il criterio di gestione della struttura pubblica statale che a sua volta controlla altre grandi attività. Nel primo caso si ha una responsabilità solo su sé stessi – anche su chi ci lavora, ma solo per chi ci crede al senso di unità di un’impresa – nel secondo caso si parla di responsabilità verso ciascun cittadino del paese.
Tutto da stabilire se si è usciti dal seminato per eccesso di collera nella volontà di dare una risposta altrettanto dura oppure se si tratta di vera confusione mentale.
Divertenti i giochi di scherma in cui Schlein le dice di non rispondergli ributtandola sui dieci anni di governo tenuti dal PD. Lei personalmente non c’era. Non può farsene carico.
Risponde la Meloni che se non può farsene carico la Schlein la ringrazia della fiducia nel dargli un compito che i rappresentanti del suo partito non sono riusciti a risolvere.
Qui la miopia è della Schlein, ma a dire il vero di una svista lessicale ricorrente nelle discussioni politiche dei nostri tempi. Si confonde la responsabilità personale a quella oggettiva rappresentata dal proprio schieramento. Su quella un esponente è chiamato a rispondere. A meno che non dichiari nettamente la sua critica rispetto a quanto prima di lui è stato fatto.