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domenica, Marzo 23, 2025

“Volenterosi” dalla Cina … (forse)

Si intensificano i rapporti e si articolano gli interlocutori sul fronte ucraino

Ci ha lasciato George Foreman

Un protagonista, e deuteragonista del grande rivale col quale ha tenuto in tensione il mondo

Kiev è sola

Sembra un controsenso dalle cronache ma la condizione fattuale riporta al dato essenziale

Si tratta di tregua

Con lo scambio di prigionieri c’è la possibilità di portare a termine la trattativa tra Israele e Hamas impostata dagli Stati Uniti. C’è chiaramente da stabilire il rapporto tra entità numeriche di prigionieri. Capire quali sono i criteri, a quanti prigionieri palestinesi corrisponde un prigioniero di Hamas. Ed è questa la versione dello stato delle trattative dato dall’informazione israeliana. Il boccino ora starebbe ad Hamas che deve dire la sua.

Altre fonte, Jerusalem Post, afferma che la delegazione israeliana ha margine di decisione per affrontare la questione del rilascio dei palestinesi e la riconsegna nell’area del nord della Striscia.

Israele però non rinuncia ai contatti con il centro della Striscia di Gaza con la finalità di controllare strategicamente il territorio. Difficile venirne a capo con l’accettazione della presenza del nemico in casa.

Chiaro che una trattativa di questo genere non si risolve se non si ha idea del tutto e delle prospettive che si apriranno in seguito. IL metodo del superamento parziale della crisi con la rimozione dell’idea di vincitore e vinto, così come di un criterio di coesistenza possibile, porta solo a rimandare alla prossima occasione di scontro.

Inutile anche convocare una grande conferenza internazionale per capire quali sono le concrete possibilità di attuare l’oramai frusto motto “due popoli due stati”. Accettando l’idea, però, che nessuna delle due parti sia isolata geopoliticamente, debbono essere messe sul tavolo della trattativa non più le armi di cui si dispone o la forza di ricatto bellica. Bensì è il momento di decifrare sulla cartina geografica quali sono le modalità di coesistenza che partono innanzitutto dal possesso di territorio.

La crisi deflagrata il 7 ottobre deve trovare una soluzione complessiva, non un semplice compromesso come pare di leggere in questi comunicati. E proprio perché pare non sia possibile andare oltre l’armistizio si deve tentare invece la strada della trattativa per capire dove stare, chi deve stare, quali inter-modalità tra i popoli.

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