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Never ending story

Si è parlato a lungo nelle nostre cronache di trattativa Stato-mafia. Come se fosse un male assoluto in uno Stato che anni prima voleva trattare con le Brigate Rosse. Ma anche quella stagione è finita per sua consunzione mancandone i presupposti.

La continuazione della narrazione per cui esiste sempre un fondo di malevola presenza nelle nostre storie segrete e non raccontante, ma svelate nascostamente da oscuri protagonisti, deve continuare. Si passa così dall’idea di trattativa in cui si riconosce il proprio nemico e si mettono sul tavolo le condizioni per una tregua armata. Smontato questo arcano il passaggio successivo consiste nella conoscenza.

Ed a ben guardare è la prosecuzione di quella medesima narrazione. I due per trattare dovevano conoscersi e ri-conoscersi. Se non è possibile dimostrare la prima versione deve essere scritta la seconda, quella della conoscenza.

E non si dà conoscenza dell’altro se non si possono ponderare gli atti materiali che questi porterà a termine. Quindi l’altro lo conosco se sol quello che fa. Impossibile diversamente. La radice della precedente inquisizione che non si è provata deve trovare il fondamento in questa. Se so cosa avresti fatto so chi sei oltre cosa fai. Quindi è provata questa ultima, come la prima.

Ma mentre la trattativa non è dimostrabile perché non possono sussistere atti in grado di porla come fatto storico, la seconda, la conoscenza delle stragi commissionate, realizzate, minacciate, realizzate e non, quella è alla portata. Conoscerla oggi però è poca cosa rispetto all’averla conosciuta al tempo quando gli atti dovevano compiersi. Al pari della trattativa però rimane impossibile da dimostrare questa conoscenza, allora. Ma il romanzo si svolge oggi. E non si legge attraverso gli accadimenti ma attraverso le ricostruzioni puramente indiziarie, ipotetiche, di voci dette non si sa bene da chi.

Quella stagione è conclusa. Quella fase è consegnata alla Storia. I superstiti però calcano l’attualità perché non hanno finito di scontare il loro protagonismo in una narrazione che definitivamente è impossibile da scrivere. Quindi se ne continua a scrivere.

La versione definitiva sono gli stessi pentiti di mafia ad averla resa: in quella lotta tra Stato e mafia ci fu un soccombente e furono i mafiosi, per cui si fermò la stagione delle stragi. Ma è un finale che non chiude bene il romanzo e la voglia della continuazione della Serie che però non è televisiva, è reale. Il gusto della narrazione che ha coinvolto la descrizione di puri fenomeni storici ha preso il sopravvento e nell’esigenza di continuare questa narrazione costruisce elementi che con Storia non hanno alcun legame.

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