IL titolo del famoso romanzo di Milan Kundera potrebbe essere preso a prestito per denominare un genere letterario molto in voga in questi anni. La narrazione con brevi passaggi scanditi, qualche dichiarazione, una sintesi ma in forma di racconto aneddotico per sintetizzare una persona o un evento vissuto. In ogni caso si tratta di un qualcosa di cui si chiede di avere memoria. Un ricordo, in definitiva ancora vivo, ma reso necessario per l’impellenza di una data o di un’occasione specifica tale da obbligare la speciale menzione.
Si tratta di un genere letterario oramai molto in voga su tutti i notiziari. Prudenti come sono nell’evidenziare nuovi talenti o forse a causa dell’avarizia dei tempi di questa tipologia autoriale, ci si concentra a consacrare il recente passato come facente parte di una realtà ancora vivente.
Quindi il walzer dell’addio serve a dire quanto invece il personaggio o il fatto sia ancora vivido nel nostro percepire o quanto il linguaggio ordinario sia molto debitore di chi o cosa si intenda consacrare.
Oggi, 4 giugno, sono in atto ben tre di queste esercitazioni narrative. Ricorre infatti la morte di Nino Manfredi, quella di Massimo Troisi e l’ottantesimo anniversario dell’arrivo degli americani a Roma.
Sono eventi, persone e cose che non possono passare nel dimenticatoio e infatti non ci sono. L’appuntamento che ne saggia l’attualità serve però a ricordarci la scarsità di cose dell’attuale degne di essere ricordate in futuro.
La giornata di oggi non si caratterizzerà in alcun modo. Siamo in attesa della risposta del presidente Benjamin Netanyahu alle proposte americane di nuova negoziazione di pace. Il governo ha emesso un decreto dal chiaro segno pre-elettorale dichiarando di cancellare le liste di attesa in Sanità ma senza nemmeno impegnare un soldo – atto che sarà demandato al Parlamento. Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti resiste agli arresti domiciliari nominando il suo vicario nella continuazione del suo governo locale. (…).
In un quadro così povero e avvilente – costitutivo la realtà generale che non attiene solo all’oggi ma guarda ben al di là e coinvolge la fase storica – è chiaro che i notiziari si vestano di un luce consolatoria. Quasi a dire: c’è stato un tempo in cui siamo stati grandi, anche se forse non ce ne eravamo accorti.
Riprende quindi il tema del romanzo ad episodi di Milan Kundera dove la malinconia per quel che fu ha la possibilità di essere manomessa da un elemento che interviene in subordine, non previsto, non calcolato, non ponderato. Ed a questo casuale incidente siamo legati per sorprenderci.