6 C
Rome
domenica, Marzo 23, 2025

“Volenterosi” dalla Cina … (forse)

Si intensificano i rapporti e si articolano gli interlocutori sul fronte ucraino

Ci ha lasciato George Foreman

Un protagonista, e deuteragonista del grande rivale col quale ha tenuto in tensione il mondo

Kiev è sola

Sembra un controsenso dalle cronache ma la condizione fattuale riporta al dato essenziale

L’errore come sollievo

Domenica 10 novembre si è celebrato qualcosa di unico allo stadio Meazza. E’ di scena l’Inter contro la capolista Napoli. Partita molto combattuta dove i celesti non mollano una presa ma affrontano i padroni di casa con il giusto piglio della squadra capolista. Nel contesto dell’intera partita chi crea gioco e non solo tentativi di contropiede sono i nerazzurri. Il confronto di quindici tiri in porta contro cinque del Napoli parla chiaro.

Ma come spesso capita nel Calcio la beffa arriva quando sbagli un po’ troppo. Due rimpalli sfavorevoli in area interista e il Napoli si trova in vantaggio. Succede.

L’Inter si butta a capofitto nella ricerca del recupero e pare sia molto problematico perché il Napoli si chiude benissimo e ai tocchetti di prima dell’Inter e anche a qualche sonno di Thuram e Lautaro oppongono il massimo della difesa che fino alla conclusione del primo tempo pare reggere.

E’ a quel punto che il regista, artefice delle migliori azioni offensive interiste prende il bandolo delle sorti e spara da trenta metri un bolide che si va a insaccare nell’incrocio dei pali. E’ tripudio. Il primo tempo finisce in parità e il Napoli va al riposo preoccupato.

IL misfatto che avrebbe fatto parlare lo stuolo di gazzettieri al comando di oscuri compratori di spazi televisivi e opinioni si sarebbe scatenato. In un’azione in area napoletana un intervento appena fuori i limiti, un contatto di quelli inevitabili tra due giocatori che si fronteggiano per la palla e corrono per aggiudicarsela, fa tracollare a terra un interista e subito è il fischio di rigore. L’arbitro è lì. Non serve, secondo il suo giudizio, il parere del Var. Questo si comprende e giustifica perché a differenza dell’immagine riprodotta sullo schermo l’arbitro vedendo direttamente quanto accaduto ha potuto giudicare autonomamente. Non è chiamato e lui non chiede il parere. Assegna il rigore per l’Inter.

Ma chi sa e chi vede percepisce in quel penalty una punizione troppo grande per il Napoli. Il rigore non c’era. Siamo nei limiti, forse appena un poco superati. Ma far assegnare quella partita, dando il primato della classifica all’Inter, grazie a un rigore non netto, avrebbe fatto sollevare una ridda di polemiche. Ma ad essere sollecitata è la coscienza estetica di qualsiasi buon interista che guarda nel fatto il lato del merito e del bello legato fortemente al dover essere. E queste categorie non si allineano in questo evento.

Batte il rigore l’infallibile Calhanoglu. Non ha mai sbagliato i sedici rigori battuti precedentemente. Ma lo sbaglia. E pare essere una liberazione per la sua coscienza e per lo spirito etico che deve sempre accompagnare un evento di sport.

L’Inter continuerà a provare di attaccare la porta del Napoli ma senza successo. Sul finale rischia anche di essere beffata ma sarebbe stata una punizione del destino troppo grande. L’Inter esce dalla competizione a testa alta, alla pari con altre contendenti al primato del Napoli. Lascia le contumelie all’inutile allenatore napoletanista che non ha capito quanto il suo protestare perde senso nel momento in cui il fatto non è stato espletato. E non capisce nemmeno le regole del Calcio che consentono all’arbitro di decidere perché resta il giudice inappellabile dell’evento in sé.

Troppe lezioni per una partita sola.

TI POTREBBE INTERESSARE

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Seguimi anche su:

0FansLike
0FollowersFollow
0SubscribersSubscribe

Latest Articles