Nel momento in cui si avviano le trattative e pare prendano un buon indirizzo per la sospensione dei bombardamenti si riaprono invece le falcidie sui territori e non si contano i morti. Questo avviene sia nell’Ucraina con Putin, sia a Gaza con Netanyahu.
Ma a qualcuno viene in mente che forse questi grandi leader non sono poi così grandi e anzi sono profondamente in crisi? Che hanno a loro interno una componente assai più estremistica di loro con la quale debbono fare i conti, da una parte. Oppure questa componente prende decisioni di fatto senza interpellarli convinti di rispondere a uno stato di cose che però attiene a una condizione precedente dalle prime attese per una tregua.
Questo è il semplice risultato di aver trasformato, come metodo, l’idea della semplicità e della personificazione del male nel massimo rappresentante dello sterminio che si sta perseguendo. Parafrasando Brecht potremmo dire con: “Cesare conquistò le Gallie, ma non aveva un cuoco con sé?” e invece: ‘ Hitler sterminò gli ebrei, ma fece tutto da solo? ‘
Sia il male assoluto che le sue propaggini parziali sono comunque determinati da volontà che sfuggono al controllo di una scelta ponderata, anche perché non si capisce il motivo per cui per una possibilità che si prospetta la sua negazione si rivela. E siamo in un ambito in cui la realtà supera necessariamente la sfera dell’ipotesi.
Le radici del male hanno sempre una ragione. Nel caso Ucraina che una pace mediata in queste condizioni non potrebbe decretare la vittoria piena della superpotenza: ha impiegato troppo tempo per conquistare porzioni limitate di terra. Nel caso di Gaza, va pur detto che l’esercito di Hamas non si è arreso e non ci possono essere condizioni di pace senza la disponibilità di uno dei contraenti disposto ad accettare la sconfitta. I prigionieri israeliani infatti sono ancora in loro possesso interrompendo questa fase di riconsegna per la quale c’era pur stata una tregua momentanea.
Nell’impossibilità di sciogliere il bandolo attraverso il dispiegamento delle ragioni, l’unica ragione possibile può consistere nella difesa della vita. La vita di chi c’è e di nasce ora. E questo deve bastare.