Reazioni che da una parte vanno sull’offesa alla categoria. (E qui sullo sfondo c’è la famosa frase che disse Berlusconi ritenendo doverosi i test per i magistrati). Dall’altra c’è la tipica risposta sindacalese: “se a noi allora a tutti”. Quindi anche deputati e senatori, come sindaci e consiglieri comunali dovrebbero sottoporsi a questo test.
Ma sono in ogni caso parole al vento: dovrebbe invece essere tematizzata l’impossibilità di stabilire con qualsiasi test più avanzato il grado di capacità di connessione di chi lo fa. Non ci sarebbero persone con regolare porto d’armi che abusano del loro strumento e sparano. Se esistessero il mondo dell’impresa ne avrebbe preso possesso per capire se i loro dirigenti di azienda possono fare qualcosa di sconnesso.
Alla base c’è la lezione che dovrebbe oramai essere assimilata, per cui la psiche non conosce le gerarchie imposte dalla nostra società né le regole di relazione introiettate dall’educazione. Queste sono apprese, in un modo o nell’altro, ma possono saltare se il soggetto è sottoposto a un sovraccarico di stress tale che quel soggetto non era pronto a sopportare.
In altri termini è come se chiedessimo a un test, realizzato sulle varie sfumature di un solo colore, di capire se il soggetto è daltonico o no. Nel batti e ribatti di dichiarazioni apparse sui giornali mancano i pareri di psichiatri con senso della verità. Che dicano quel che sanno senza temere di perdere una prerogativa di potere su altre categorie professionali. Uno psichiatra può stabilire le origini e le componenti fisiologiche o ambientali del suo stato di disagio. Ma non può dire se questo disagio è imminente.
Diverso invece capire se il soggetto in questione faccia uso di stupefacenti o sia sotto effetto dell’alcol. Quel tipo di test dovrebbero essere di pragmatica ma quello che nessuno dice consiste nel fatto che sono proprio in alcune classi alte che se ne fa uso in mondo assai diffuso.
Nelle dichiarazioni di reazione invece un atteggiamento di ripiego su sé stessi. (E questa sarebbe una reazione interessante da analizzare sotto il profilo psicoanalitico). Dire: “e allora anche tutti gli altri” – con tratti chiaramente difensivi della categoria. Emblematica la dichiarazione di Carlo Gratteri riportata in ogni dove.
“Se vogliamo farli per tutti i settori apicali della pubblica amministrazione sono favorevole ma a questo punto facciamoli anche per chi ha responsabilità di governo e della cosa pubblica – ha detto il magistrato – Facciamo, oltre ai test attitudinali, anche il narco test perché, chi è sotto l’effetto di cocaina, può fare ragionamenti alterati o prendere decisioni frutto di ricatti. Dato che ci troviamo, facciamo anche l’alcol test perché chi magari quel giorno è ubriaco può dire delle cose che possono condizionare l’opinione pubblica in modo negativo”. E se facessimo il test anche a Gratteri dopo questa dichiarazione? Non era lui a sostenere il vecchio motto paesano “nulla fare nulla temere”? Qual è il risentimento che anima il Procuratore di Catanzaro?
Semplice. La difesa del proprio potere. E anche se ne ha tanto il timore è che sia incrinato.