Nel giorno che dato come il tradizionale inizio dei Giochi di Olimpia, 22 giugno 776 a.C., si manifesta in piazza per le morti nei cantieri e ci si prepara alle prossime decisive sfide per i campionati di calcio europei. Anche il Presidente della Repubblica per la ricorrenza dei centosessanta anni della Croce Rossa a Solferino si pronuncia sul tema della strage nei luoghi di lavoro: “basta con le morti nei cantieri”.
A Capri si temeva il peggio ma il pericolo è rientrato in un giorno. L’isola è rimasta senz’acqua. I turisti pronti a partire sono stati bloccati. Quindi caos e disagi.
Ma non fanno sufficiente eco le reazioni alla convocazione del 20 giugno presso il Dicastero della Santa Sede al monsignor Carlo Maria Viganò. Accusato di essere prossimo allo scisma, l’ex nunzio apostolico negli Stati Uniti ha criticato Papa Francesco molto spesso. È arrivato a chiederne le dimissioni. Ha detto: “Considero le accuse contro di me un onore”. E poi in modo molto più tagliente: “nessun cattolico degno di questo nome può essere in comunione con questa ‘chiesa bergogliana‘ perché essa agisce in evidente discontinuità e rottura con tutti i Papi della storia e con la Chiesa di Cristo”.
Sempre in tema di dichiarazioni eclatanti invece Putin nel continuare il bombardamento in centrali elettriche ucraine, tanto da far temere per il prossimo inverno, si dichiara figlio dell’Unione Sovietica facendo ben presagire di non avanzare in ulteriori disponibilità di intesa, oltre quelle già riportate qualche settimana fa.
Diversamente in Medio Oriente è Hamas a rilanciare un processo di tregua. E sempre si scontano gli opposti antagonismi che non fanno chiarezza sul rapporto tra la valenza tattica delle parole dette e la reale disponibilità a metterle in atto.