Centristi, PD e un pezzo di Forza Italia sostengono un candidato sindaco a Matera. Il campo della sfera politica è sorretto da un equilibrio innaturale di forze. Questo lo sappiamo da tempo ma fingiamo di non accorgercene. Una forza moderata e ultraeuropeista come Forza Italia, che non ha mai abbracciato veramente le tesi del liberismo, sostiene le due destre sbilanciate nel rappresentare la compagine dell’orizzonte culturale conservatore.
D’altra parte il PD posseduto da diverse anime, ma comunque sempre condotte dal filo del controllo su ogni fuga eccessiva in avanti si trova a sostenere la necessità dell’alleanza con gli ex oltranzisti dei Cinque Stelle ma anche dei rivendicazionisti dell’Alleanza Verdi e Sinistra.
Al netto della legittimità di ogni visione politica è chiaro che forze siffatte si sostengono in alleanze, reali e tutte da realizzare, tenute in piedi dall’opportunità: la paura che l’altro prenda il sopravvento.
I tratti del ragionamento e dell’analisi politica e anche dal proprio diretto sentire la realtà debbono essere messi da parte in nome del celebrato realismo politico.
Si tratta di un incantesimo che va avanti, pur con ruoli diversi negli anni, da trenta anni. Con la venuta meno dei grandi mostri rappresentati dai totem comunisti e dalla presenza fisica di Silvio Berlusconi questa divaricazione non può durare.
A Matera si è aperto il laboratorio per un esperimento che farà discutere. Un pezzo di Forza Italia, centristi e Pd corrono insieme nell’elezione cittadina che si tiene il 25 e 26 maggio. “Complicata a paradigmatica”, è stata definita da un quotidiano.
E lo è a tutti gli effetti. C’è da vedere solamente se riuscirà a spuntarla sul granitico posizionamento delle organizzazioni nazionali, quindi a governa l’emblematica cittadina del nostro paese che potrebbe diventare modello di nuove alleanze. Ma a ben guardare è la risposta possibile per i tanti che si muovono nell’ambito dei fatti e delle soluzioni possibili, districandosi dalle spinte di tendenza oramai insofferenti alle concertazioni per guardare alle misure drastiche. Questo sia nel mondo progressista che in quello conservatore.